Leasing, crediti ceduti in garanzia sotto l’ombrello della sostitutiva

di Fabrizio Cancelliere e Gabriele Ferlito, Il Sole 24 ore, 20 aprile 2020, p. 23

Il contratto di leasing, anche se stipulato con un intermediario finanziario diverso da una banca, rientra tra gli atti che possono beneficiare del regime dell’imposta sostitutiva sui finanziamenti a medio e lungo termine previsto dagli articoli 15 e seguenti del Dpr 601/1973, in linea con quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza 242/2017. Inoltre, rientra nell’ambito applicativo del medesimo regime anche la cessione pro solvendo di crediti, effettuata a garanzia del contratto di leasing, in quanto trattasi di un atto inerente al contratto di finanziamento principale. Tutto ciò è quanto affermato dalla Ctr dell’Abruzzo, sezione staccata di Pescara, con la sentenza 737/7/2019. 

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Termini raddoppiati solo per i crediti realmente inesistenti

di Fabrizio Cancelliere e Gabriele Ferlito, Il Sole 24 ore, 6 aprile 2020, p. 21

Il termine raddoppiato previsto dall’articolo 27 del Dl 185/2008 per il recupero di crediti inesistenti utilizzati in compensazione può trovare applicazione nelle sole ipotesi in cui il credito sia privo, in tutto o in parte, dei suoi presupposti costitutivi e la sua inesistenza non sia riscontrabile mediante liquidazione automatica. È quanto affermato dalla Ctp di Milano 4854/1/2019. 

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Il rimborso parziale va impugnato entro 60 giorni

di Fabrizio Cancelliere e Gabriele Ferlito, Il Sole 24 ore, 24 febbraio 2020, p. 18

Il provvedimento mediante il quale l’amministrazione finanziaria – a fronte di una istanza di rimborso – si limita a liquidare solo parzialmente le somme chieste in restituzione, costituisce atto di rigetto implicito per la parte relativa all’importo non rimborsato. Pertanto, il contribuente è tenuto a impugnare il provvedimento entro i termini previsti dalla legge, per non perdere il diritto a ottenere il rimborso della parte residua del credito chiesto e non rimborsato. È il principio affermato dalla Commissione tributaria provinciale di Pescara con la sentenza 757/1/2019 

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Paesi black list, il raddoppio dei termini è retroattivo

di Gabriele Ferlito e Fabrizio Cancelliere, Il Sole 24 Ore, 3 febbraio 2020, p. 18

La normativa sul raddoppio dei termini per l’accertamento dei maggiori redditi derivanti dalla violazione degli obblighi di monitoraggio fiscale di investimenti detenuti in Paesi black list (articolo 12, Dl 78/2009) ha carattere procedimentale e, pertanto, trova applicazione retroattiva alle annualità precedenti la sua entrata in vigore. Lo ha affermato la Ctr Abruzzo 879/6/2019 (presidente Menna e relatore Di Florio), che si pone nel solco della sentenza 30742/2018 della Cassazione (sul tema, correlato, del raddoppio dei termini per la contestazione delle sanzioni da quadro RW), ma in controtendenza con l’ordinanza 2662/2018 e con le sentenze 33223/2018, 2562/2019 e 5471/2019 della stessa Corte, di segno opposto.

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Sì al doppio prelievo se l’operazione risulta inesistente

di Gabriele Ferlito e Fabrizio Cancelliere, Il Sole 24 Ore, 30 dicembre 2019, p. 20

In materia di Iva, il principio di neutralità dell’imposta non opera in presenza di operazioni fraudolente. Pertanto è pienamente legittimo il comportamento dell’agenzia delle Entrate che, fermo restando il debito di imposta sorto in capo al cedente/prestatore, contesta la detrazione dell’Iva in capo al cessionario/committente determinando, di fatto, un doppio prelievo. Sono queste le conclusioni della Ctp Vicenza 337/2/2019

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Omesso quadro Rw: il raddoppio vale anche per il passato

di Fabrizio Cancelliere e Gabriele Ferlito, Il Sole 24 Ore, 25 novembre 2019, p. 20

La normativa sul raddoppio dei termini per l’accertamento dei maggiori redditi derivanti dalla violazione degli obblighi di monitoraggio fiscale di investimenti detenuti in Paesi black list (articolo 12, Dl 78/2009) ha carattere procedimentale e trova pertanto applicazione retroattiva alle annualità precedenti la sua entrata in vigore. Lo ha affermato la Ctr Lombardia con la sentenza 4219/22/2019

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Vecchi debiti non pagati dal curatore, bocciata l’irrogazione di sanzioni

di Fabrizio Cancelliere e Gabriele Ferlito, Il Sole 24 Ore, 18 novembre 2019, p. 24

Nessuna azione esecutiva individuale può essere iniziata in pendenza di una procedura di concordato preventivo e questo principio vale per tutti i crediti sorti “ante” procedura. Ne consegue che anche i debiti erariali anteriori non possono essere estinti, dopo l’inizio della procedura, al di fuori dei criteri di concorso tra creditori. Pertanto, non possono applicarsi sanzioni a fronte del mancato pagamento, in corso di procedura, di debiti erariali maturati prima dell’inizio della stessa. Sono i principi affermati dalla Commissione tributaria regionale del Veneto con la sentenza 780/2/2019

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Il curatore non è responsabile dei debiti d’imposta del fallito

di Fabrizio Cancelliere e Gabriele Ferlito, Il Sole 24 Ore, 4 novembre 2019, p. 22

Il curatore fallimentare non rappresenta né sostituisce il soggetto fallito, ma opera nell’interesse pubblico con poteri e funzioni attribuiti dalla legge nel perseguimento delle finalità tipiche della procedura concorsuale. Pertanto, il curatore non è responsabile in solido né per gli obblighi fiscali del fallito rimasti inadempiuti, né per quelli che, seppur riferiti all’esercizio provvisorio della curatela, lo stesso curatore non sia stato in grado di adempiere per mancanza di risorse sufficienti. È quanto affermato dalla Ctr della Lombardia con la sentenza 2911/11/2019.

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Secondary ticketing: vendita imponibile IVA

di Fabrizio Cancelliere e Gabriele Ferlito, Il Sole 24 Ore, 28 ottobre 2019, p. 20

La vendita di biglietti a piattaforme di rivendita online non è inquadrabile nello schema della commissione alla vendita, ma costituisce una vera e propria compravendita, come tale imponibile ai fini Iva. Inoltre, i servizi di co-marketing svolti a favore delle piattaforme internazionali, con il fine di promuovere l’interesse del pubblico nei confronti dell’evento, rientrano nella prassi di mercato e vanno trattati come servizi generici, non rilevanti ai fini Iva nel territorio nazionale. È quanto affermato dalla Ctp Milano con la sentenza 3979/19/2019

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Sì al regime impatriati anche tra società dello stesso gruppo

di Fabrizio Cancelliere e Gabriele Ferlito, Il Sole 24 Ore, 14 ottobre 2019, p. 20

Il regime fiscale di favore per il rientro dei lavoratori in Italia (i cosiddetti «controesodati», di cui all’articolo 2, legge 238/2010), spetta anche al lavoratore che rientra in Italia alle dipendenze della stessa società in cui lavorava prima del trasferimento all’estero presso una società appartenente al medesimo gruppo. A dirlo è la Ctp di Milano con la sentenza 3395/1/2019

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